bimbo Senza il cuore buono l’uomo è disumano. Il cuore dell'uomo è “inquieto”, dice S. Agostino, ad indicare la mobilità, la insoddisfazione, l'ansia della ricerca. La Bibbia che è un “abisso”. Non sarà invece più onesto riconoscere che il cuore, ogni cuore, debba essere “bonificato”? 

   E quando Cristo disse ai suoi come essere veramente “suoi” dice: “imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29). Ecco, dunque, l'educazione del cuore, un compito pedagogico ineludibile e universale. Il cuore può essere un campo incolto e può essere un giardino, perchè proprio "il cuore bello e buono (Lc 8,15) è un campo fertile dove i fiori sono gli ideali alti, le ragioni giuste, i sentimenti nobili. Allora l'uomo è veramente uomo, secondo il cuore di Dio.

   E’ a questo punto che mi domando può un cuore buono compiere l’intervento dell'aborto?

   In Italia prima del 1975 l'aborto non era consentito, e anzi veniva sanzionato dal codice penale. La legge italiana sull'aborto, la 194 del 22 maggio 1978, recante Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza, indica la pratica abortiva con l'eufemismo "interruzione volontaria della gravidanza, nell'uso corrente i.v.g.; suddivide, in modo del tutto arbitrario, la vita infrauterina in tre periodi, fissando per ciascuno di essi una differente disciplina e avendo come esclusivo criterio di riferimento i rischi per la salute della donna.

   Il primo periodo coincide con i primi novanta giorni della gestazione, nel corso dei quali è di fatto ammesso l'aborto senza limiti. Ogni ragione è valida, dalle condizioni economiche, sociali e familiari, alle previsioni di anomalie o malformazioni del nascituro: ciascuna di queste ragioni, in quanto si traduca in un “serio pericolo” per la salute fisica o psichica della donna, legittima il ricorso all'aborto, gratuito o assistito. Quanto alle modalità per ottenere l’intervento, la gestante può rivolgersi al consultorio, o a una struttura sociosanitaria, oppure al proprio medico di fiducia, costoro redigono un certificato che attesta la gravidanza e la richiesta presentata dalla donna: costei, decorso il termine di sette giorni, è legittimata a ottenere lintervento di aborto.

   Il secondo periodo, è quello compreso fra il quarto mese di gravidanza e la possibilità di vita autonoma del feto: in tale arco temporale l’aborto può praticarsi per motivi terapeutici in senso lato ed eugenetici.

   Il terzo periodo è quello compreso fra il momento della vitalità del nascituro e la nascita: l'aborto è praticabile solo se è in pericolo la vita della donna. La legge n. 194 prevede inoltre l’assenso dei genitori o del tutore per l'interruzione della gravidanza della minore e dell’interdetta e, in mancanza, l’autorizzazione del giudice tutelare, nonchè la facoltà per i medici di sollevare obiezione di coscienza…

Assunta Ruggiero