Si avvicina la ricorrenza pagana di Halloween e purtroppo molti genitori, specialmente se di nuova generazione figlia del ‘68, a causa di una evidente interruzione nella trasmissione della fede, sempre più spesso cedono alle lusinghe tipiche della “notte delle streghe”: indirettamente e forse in buona fede, verosimilmente “iniziano”- anche solo nella curiosità – i propri figli alla magia, alla stregoneria, all’esoterismo.

PREMESSA INTRODUTTIVA: CONTRO L’«ERRORUM TENEBRIS»

Sprofondato in “errorum tenebris”, il contemporaneo non è più in grado di distinguere menzogna e verità. Solo la vera carità, ovvero al servizio della Verità, può aiutarci a capire e discernere:

Quanto alla pretesa incompatibilità tra l’intransigenza dottrinale e la carità, è facile vedere che il riconoscimento esplicito del valore assoluto del credo favorisce eminentemente l’amore del prossimo. L’apostolato cattolico non è la forma più alta della carità? Ma dove si alimenta questa fiamma di proselitismo che arde così intensa nella Chiesa, se non nella certezza invincibile della VERITÀ dei suoi dogmi, e nella speranza di far partecipare tutti coloro che sono tuffati in “errorum tenebris”?

La fermezza della sua credenza, ben lungi da fare rientrare il cristiano nella sua torre di avorio, da chiuderlo in un isolamento sdegnoso, lo strappa al contrario a tutte le forme d’egoismo, lo ispira in relazione a quelli che non conoscono la verità, un amore così profondo, così puro, così disinteressato, che andrà fino alle sofferenze più dure ed a volte fino alla morte.  Si sa tutto il sangue che è già costato alla Chiesa la realizzazione del “docete omnes gentes”. Non si concepisce affatto un apostolo agnostico.

Se, invece, le divergenze dottrinali non hanno un’importanza, gli occorrerebbe dire per essere logico con sé, che tutte le religioni si valgono.  Questa conseguenza dell’agnosticismo è stata molto chiaramente esposta nell’enciclica “Pascendi”. Ma allora, non è inutile, anzi nocivo qualsiasi tentativo d’apostolato?

Che ciascuno resti dunque nella sua propria casa dottrinale, via dall’interesse religioso dell’umanità. Il problema è che quest’individualismo somiglia molto più all’egoismo che alla carità. “La verità sola è carità – ha detto il padre Lacordaire – solo possedendo la verità, ne possediamo il calore incomunicabile. Qualsiasi altra dottrina viene da giù; viene dall’uomo, dal suo cuore stretto, dal suo spirito più stretto ancora, dal suo orgoglio più stretto dell’uno e dell’altro, essa viene dall’egoismo e torna all’egoismo.

Qualcuno raccomanda un metodo d’unione che “indurrà i cristiani realmente spirituali a non consumare le loro forze in discussioni su divergenze speculative relativamente poco importanti, e concentrare tutti i loro sforzi per cooperare all’instaurazione universale del regno dei cieli, questo nuovo ordine d’amore e di servizio reciproco”.  Eppure … non si vede niente affatto, in quello che sarà questo nuovo ordine d’“amore” e questo servizio reciproco, se la verità non viene più proclamata.

Più l’amore è profondo e più le sue ambizioni salgono. Il cuore è più del corpo. Rinunciare all’idea di verità, è togliere all’amore la sua manifestazione più alta ed il suo esercizio più normale, poiché la carità della dottrina è la prima e più nobile delle carità.  È l’immagine più perfetta dell’amore di Dio, che ha voluto arricchirci della conoscenza propria che ha da sé, e dell’amore di Gesù Cristo che è venuto a rivelarlo al mondo. Vi è apparso come una luce in mezzo alle oscurità, le sue opere non hanno avuto un altro scopo che di farla splendere dinanzi agli uomini, ha guarito i corpi soltanto per raggiungere i cuori. [cit. R.P.E.A. Poulpiquet O. P., Le dogme, source d’unité et de sainteté dans l’Église, Trad. P. Saw coll. C. Di Pietro]

UOMO MODERNO: NO DIO, SI HALLOWEEN

Si è liberi di credere o meno nell’esistenza delle arti magiche ed occulte, tuttavia l’uomo e la donna di religione cattolica hanno il dovere morale ed anche l’obbligo di fede, di crederci (ESISTONO): il sovrannaturale, il metafisico, tutto ciò che è “oltre”, cioè trascende il mondo materiale, ossia la sfera dei fenomeni percepita dai sensi, esiste, e può essere o di natura “buona” o di natura “non buona”; purtroppo l’attuale società, specie a seguito della pretesa “libertà di sbagliare”[1], è dominata precisamente dall’immanentismo e da quelle teorie filosofiche moderne che, nate da Cartesio ed ispirate al suo “cogito”, portano l’umanità alla negazione della trascendenza quindi all’umanesimo radicalmente ateo.

Eppure, nonostante il dominio dell’immanenza, quindi dell’essere tutto in sé, molti contemporanei detti “razionalisti” cadono nel tranello della magia, del sortilegio, della medianicità, del “destino”, del “sesto senso”, ecc… Strana questa dinamica, poiché il “razionalista contemporaneo” non dovrebbe assecondare nulla di incomprensibile eppure, certamente ingannato dal maligno, finisce col negare di sovrannaturale solo il “Bene”, quindi Colui che impone dei limiti e delle regole alla sfacciataggine ed all’ego umano, ma con una certa superficialità lo si vede aderire ben volentieri al “male metafisico” quasi venduto quale allegro paganesimo.

Si sente dire: “Halloween, non ci credo, è solo un modo per far divertire i miei figli”. Ebbene, i figli non possono divertirsi anche all’oratorio o pregando il Rosario? Allora la risposta è: “no, l’oratorio no, il Rosario è antico, ma Halloween si” … Si capisce con evidenza che c’è qualcosa che non va nella sfera interiore della persona (il concetto di Halloween è più antico del Rosario), c’è una ostinazione solamente contro “il Bene”, contro “le regole”, quindi- senza regole- piano piano l’altro non esiste più e ci riduce ad una vita di egoismo o, al massimo, di misera filantropia spacciata per carità.

STREGONERIA, MAGIA E SUPERSTIZIONE

La magia, da non confondere con l’illusionismo proprio e dichiarato tale, è quell’“arte” mediante la quale il cosiddetto “medium” opera a presunto beneficio oppure a danno del prossimo (o di se stesso); questi usa formule, gesti, ingredienti, sostanzialmente si prodiga con ritualità nella sua “arte” e presume di entrare in contatto e di strumentalizzare ai suoi fini esseri extramondani, ossia potenze occulte; il “mago” o “stregone” cerca così di ottenere informazioni superiori all’intelligenza umana, oppure di procurarsi effetti avulsi alle leggi della natura, quindi superiori alle occorrenze della scienza.

Sortilegi, stregonerie, negromanzia, idromanzia, scrittura automatica, sedute spiritiche, lettura dei tarocchi, interrogazioni degli astri, ecc … sono tutte pratiche già fortemente colpite dal Diritto romano sin dall’antichità, ma vengono condannate più volte anche nella Bibbia (A.T. e N.T.) e dal Magistero della Chiesa, poiché tutte queste e tante altre pratiche occulte, si oppongono apertamente ai piani della Provvidenza che evidentemente guida noi uomini secondo strade differenti da quelle che la “magia” vorrebbe imporre e propone.

Le pratiche esoteriche, inoltre, danneggiano il prossimo ma anche chi le compie, difatti il maligno- che opera indistintamente sia celato da presunto “angelo” o “anima buona” nella cosiddetta “magia bianca”, ma anche apertamente quale “demonio” o “dannato” nella “magia nera” – in realtà altri non è che sempre Satana: nulla di esoterico può venire da Dio o dal mondo dei morti. San Tommaso d’Aquino nella Summa Thelogiae:

Le divinazioni e le pratiche di cui si parla appartengono alla superstizione in quanto dipendono da certi interventi dei demoni. Ed è così che si riallacciano a dei patti stabiliti con essi;

Come insegna Dionigi, «il bene deriva da una causa totale e completa, il male invece da particolari difetti». Ecco perché a un’unica virtù si contrappongono molteplici vizi. [2]

NON ESISTE MAGIA BUONA O “BIANCA”

Anche i presunti “maghi buoni” o praticanti la “magia bianca”, in realtà non sono altro che operatori di iniquità, spesso ingannati dalla loro stessa superbia e quindi disobbedienti alle regole della Chiesa, che invece è  «Mater et Magistra»:

… in materia di religione il vizio consiste nel non rispettare il giusto mezzo secondo certe circostanze. Infatti il culto divino si può prestare: o a chi si deve, cioè al vero Dio, «però in maniera indebita», e questa è la prima specie di superstizione; oppure a chi non si deve, cioè a una creatura qualsiasi. È questo un altro genere di superstizione;

Sant’Agostino accenna a queste tre cose nel De Doctrina Christiana quando scrive, che «è superstizioso tutto ciò che fanno gli uomini nel fabbricare e nell’onorare gli idoli»: e qui accenna alla prima. Poi aggiunge: «e tutto quello che è consultazione dei demoni, o patto simbolico accettato e concluso con essi», accennando così alla seconda. E finalmente poco dopo conclude, accennando alla terza: «Appartengono a questo genere di superstizione tutte le fasciature magiche, ecc.».[3]

ATTENZIONE AI PRESUNTI “VEGGENTI”

Il bene, Dio, Colui che è il nostro Re Gesù Cristo e la nostra Regina la Vergine Maria, si onorano con il culto che loro si deve e che è ben insegnato dal dogma e disciplinato dalla Chiesa, quindi avremo i Sacramenti ed avremo il culto di latria  (da Latreía, che si deve a Dio), quello di iperdulia (da Yperdoylía, rivolto alla madre di Gesù), e quello di dulia (da Douleía, che si presta agli angeli ed i santi). Pertanto:

L’arte notoria è illecita e inefficace. Illecita perché nell’acquisto della scienza ricorre a dei mezzi che non hanno la capacità di causare la scienza: quali, per esempio, la considerazione di determinate figure, la recita di parole sconosciute, e altre cose del genere. Perciò codesta arte non si serve di tali mezzi come di cause, bensì come di segni. Ma certo non sono segni istituiti da Dio, come i sacramenti. Dunque son segni privi di valore: e quindi rientrano nei «segni convenzionali stabiliti e combinati coi demoni». Perciò l’arte notoria, a detta di Sant’Agostino, «dev’essere ripudiata e fuggita dal cristiano», come le altre «arti illusorie e nocive della superstizione».[4]

Lo stesso dicasi per i presunti “veggenti” o “profeti” che vanno oltre le regole della Chiesa e pretendono di oltrepassare- direttamente o con ambiguità e astuzie- il dogma quindi la Rivelazione, questo perché la loro è una falsa scienza, è la presunzione di svelare cose misteriose e sconosciute, eventi futuri, ecco perché la Chiesa è stata sempre molto attenta a vigilare su codesti soggetti: basta una menzogna, una disobbedienza ostinata per mettere in discussione messaggio e soggetto. Il diavolo è molto astuto e, come abbiamo visto nello studio [5] sulle false devozioni, sa ben mascherarsi anche da “Cristo” o da “Vergine Maria”, ma in realtà è Satana; l’essere immondo è vero che non può vedere il futuro ma può, per permissione di Dio, condizionando gli uomini, adoperarsi affinché quello che egli prevede, accada nel concreto. Questo intento, affinché il presunto “veggente” diventi credibile e continui ad ingannare sempre di più. San Tommaso:

Acquistare la scienza è cosa buona: ma acquistarla in modo disonesto non è cosa buona. E appunto questo è l’intento dell’arte notoria;

Sulla pratica della disobbedienza nei presunti “veggenti”, che vengono da Satana anche senza rendersene conto… quei fanciulli praticavano l’astinenza non secondo le vane osservanze dell’arte notoria, ma seguendo le norme della legge divina, per non contaminarsi con i cibi dei gentili. Perciò essi ricevettero da Dio la scienza per il merito dell’obbedienza, conforme alle parole del Salmista: «Ho compreso più dei vecchi, perché io ho cercato i tuoi comandamenti»;

Domandare ai demoni la conoscenza del futuro è peccato non solo perché essi non lo conoscono, ma anche per il contatto che ciò implica con essi: il che avviene anche nel caso presente.[6]

CRISTO, LA CHIESA E LA LOTTA A STREGONI, MAGHI E “VEGGENTI”

La lotta ad demonio si fa sin dai tempi degli Apostoli, nel nome di Gesù (Mi 7,22; Mc 9,38 s); Egli manda in missione i suoi discepoli, che non sono semplicemente assimilabili ai laici contemporanei, e comunica loro il potere sui demoni (Mc 6, 7. 13 par.); difatti i diavoli sono loro soggetti (Lc 10,17-20), e questo sarà uno dei segni che accompagnerà la Chiesa nella predicazione del Vangelo, insieme con i miracoli veri: la lotta al demonio e la liberazione di ossessi, posseduti e dalle infestazioni (Mc 16,17).  Numerose liberazioni degli indemoniati riemergono negli Atti degli Apostoli (8,7; 19,11-17), ma il duello degli inviati di Gesù contro Satana  e le sue Legioni assume pure altre forme:

  • lotta contro la magia, le superstizioni di ogni specie (13, 8 ss; 19, 18 s) e la credenza negli spiriti divinatori (16, 16);
  • lotta contro l’idolatria in cui i demoni si fanno adorare (Apoc 9,20) ed invitano gli uomini alla loro mensa (1 Cor 10, 20 s);
  • lotta contro la falsa sapienza (Giac 3, 15), contro le dottrine diaboliche che si sforzeranno in ogni tempo di ingannare gli uomini (1 Tim 4, 1), contro gli operatori di falsi prodigi arruolati al servizio della bestia (Apoc 16, 13 s).

Satana ed i suoi ausiliari agiscono dietro tutti questi fatti umani che si oppongono al progresso del vangelo. Persino le prove dell’apostolo sono attribuibili ad un angelo di Satana (2 Cos 12,7). Ma, grazie allo Spirito Santo, ora si sa discernere gli spiriti (1 Cor 12, 10) e non ci si lascia più ingannare dai falsi prodigi del mondo diabolico (cfr. 1 Cor 12, 1 sa). Impegnata, sull’esempio di Gesù, in una guerra a morte, la Chiesa conserva un’invincibile speranza: Satana, già vinto, ha solo più un potere limitato; la fine dei tempi vedrà la sua disfatta definitiva e quella di tutti i suoi ausiliari (Apoc 20, 1 ss. 7-10). [7]

Per la salvezza delle anime, quindi, furono e sono necessarie le corrette e cattoliche “battaglie” contro “maghi” e stregoni. Diversamente da quello che sostenevano Karl Bihlmeyer ed Hermann Tüchle [8] nei loro volumi “Storia della Chiesa” – probabilmente così osannati in numerosi seminari negli anni ‘80, occupati con sempre maggior foga dai modernisti – la Chiesa ed i Papi non hanno combattuto la stregoneria usando il “Malleus Maleficarum”, inoltre non è possibile ridurre “il processo alle streghe” ad un semplice “fanatismo collettivo” cui era “quasi impossibile ogni resistenza”; a smentirli nettamente c’è numerosa cronaca storica proveniente addirittura da ambienti ostili al cattolicesimo – e torneremo a parlarne dettagliatamente in altre occasioni – ma oggi basti sapere che finanche l’israelita John Tedeschi, distinguendo fra la ponderata e canonica “lotta” cattolica e quella barbara e figlia del protestantesimo, scriveva:

Occorre soprattutto riconoscere che vi furono sviluppi e cambiamenti nell’interpretazione della procedura legale. Sono in errore, per esempio, quei moderni studiosi che pensano che il famigerato «Malleus Maleficarum», scritto da due domenicani tedeschi e pubblicato per la prima volta nel 1486, sia restato il testo canonico per la persecuzione (dei sospettati di eresia) nei due secoli successivi, non solo nei paesi cattolici ma anche in quelli protestanti. Al contrario, una filosofia radicalmente opposta a quella del «Malleus» trovò crescenti consensi nei tribunali del Sant’Uffizio […] raggiungendo dignità di norma con la «Instructio pro formandis processibus in causis strigum, sortilegiorum et maleficiorum» […] nel ‘600 fu incorporata nel «Sacro Arsenale».[9]

CONCLUSIONE E CONTRO-HALLOWEEN

Se volessimo approfondire ora il discorso sulla stregoneria e su Halloween, ci vorrebbero 1.000 e più pagine, quindi concludo il presente con un invito e con una promessa:

festeggiamo Ognissanti e non Halloween

In rete e nelle librerie ci sono numerosi scritti accreditati nei quali si documenta l’origine diabolica di questa festa pagana, la sua natura malefica e le ragioni pratiche dello stesso propagarsi della ricorrenza oggigiorno, dunque non mi ripeterò. Nulla di ciò che ho letto e studiato riconduce la ricorrenza di Halloween a Dio od al bene, ma solo al male, a strane leggende pagane, alle streghe, ai diavoli, alle arti “magiche”, a commemorazioni di episodi sconci e blasfemi; a prescindere dalle origini controverse ma dibattute di questa ricorrenza, vorrei concentrare le attenzioni sul suo “messaggio”: è sicuramente non buono, va boicottato!

Cerchiamo di ostacolare il propagarsi di questa arzilla ma intrinsecamente pericolosa festicciola, molto insidiosa, e di dedicare le nostre attenzioni, onorando con fede-speranza-carità, la solennità che celebra insieme la gloria e l’onore di tutti i Santi (canonizzati e non). Sicuramente c’è bisogno di Santi e non di diavoli.

di Carlo di Pietro su Dentrosalerno.it

 

Nella nostra chiesa conventuale:
giovedì 31 ottobre

  • ore 20,30: Catechesi sulla Santità

  • ore 21,00: Momento di Preghiera

  • ore 21,30: Momento i fraternità nel Salone (come ogni ultimo giovedì del mese)

  • al ritorno a casa ognuno può apporre davanti al proprio uscio la figura di un Santo che può ritirare liberamente in Chiesa in questi giorni.

 

 


Note:

[1] http://radiospada.org/2013/08/sulla-liberta-religiosa-e-sulla-dignitatis-humanae/
[2] II-II qq. 92
[3] Ivi
[4] II-II qq. 96
[5] http://radiospada.org/2013/10/sulle-devozioni-pseudo-mariane-e-sulle-misericordie-troppo-facili/
[6] Op. cit. qq. 96, a. 1 ad 1,2,3
[7] VOCABULAIRE DE THEOLOGIE BIBLIQUE, Les Editions du Cerf, Xavier Léon-Dufour, v. Magia
[8] Op. cit., ed. Morcellania, Vol. II, p. 194
[9] cf. IL GIUDICE E L’ERETICO. STUDI SULL’INQUISIZIONE ROMANA, ed. Vita e Pensiero, 2003: “Agli inizi dell’età moderna la Congregazione del Sant’Uffizio, da cui in Italia dipendevano i tribunali dell’Inquisizione, ebbe un ruolo preminente fra le organizzazioni create dalla Chiesa cattolica per riformare se stessa e contrastare la diffusione del protestantesimo. Tuttavia, malgrado l’abbondanza degli studi su Riforma e Controriforma e l’interesse attuale per questo periodo, l’Inquisizione romana spesso appare descritta a tinte fosche come esempio di arbitrarietà e orrori giudiziari, oppure prudentemente semplificata con generici accenni. Tale, dunque, il controverso oggetto dell’indagine svolta da John Tedeschi in questi saggi, frutto di una lunga attività di ricerca, condotta con rigore critico e precisione filologica. Proprio l’analisi scrupolosa di documenti originali, spesso inediti, e l’osservazione comparata del funzionamento dell’Inquisizione romana e della contemporanea giustizia secolare delineano un quadro ben diverso da quello tradizionalmente recepito, evidenziando i limiti di interpretazioni schematiche ormai sedimentate nell’immaginario collettivo. Procedendo sulla via del “restauro filologico” Tedeschi chiarisce equivoci e manipolazioni della terminologia inquisitoria (per esempio “abbruciare” letto al posto di “abiurare”, “carcere perpetuo” anacronisticamente interpretato come carcere a vita) e indica alcuni fattori che possono aver contribuito al loro perpetuarsi.”