Amato Ronconi nasce a Saludecio (provincia di Rimini) molto probabilmente nel 1226, secondogenito di Felice, del casato dei Ronconi, e di Santa, del casato dei Marchini (detta familiarmente Santuccia).  Francesco d’Assisi fu da sempre l’ispiratore della vita penitente e caritatevole di Amato, e come Francesco, Amato scelse di essere itinerante. Fece pellegrinaggio a Rimini per venerare le reliquie del Santo Vescovo Gaudenzio e sul Monte Titano per visitare lo speco del Santo Diacono Marino. Si recò per quattro volte al celebre Santuario di S. Giacomo di Compostela, in Spagna, per venerare il corpo dell’apostolo.

Durante questi pellegrinaggi avrebbe compiuto dei miracoli, secondo il biografo Domenico Franzoni, il quale narra di un defunto richiamato alla vita nella città di Compostela.
La veste che indossava era comune a quella di tutti i pellegrini. Una tonaca raccolta ai fianchi da una cintura di cuoio e una mantelletta che copriva le spalle; ai piedi scarpe robuste o anche solo rozzi sandali a protezione della pianta dei piedi; una bisaccia a tracolla dove erano raccolti gli oggetti personali di estrema necessità e il pane ricevuto in elemosina. Al collo portava una conchiglia che solo i pellegrini di ritorno da Santiago avevano il privilegio di portare, a testimonianza dei loro viaggi. L’emblema del Santuario di Santiago suscitava grande rispetto per chi lo portava.

Come Benedetto da Norcia, Amato Ronconi aveva scelto di essere agricoltore e aveva diviso la sua vita a metà tra l’itineranza e la vita dei campi. Visse con la sorella Clara nella casa sul Monte Orciaro che il fratello maggiore, Girolamo, gli aveva concesso come parte dell’eredità paterna.
La sua casa, situata lungo la strada che da Rimini per Urbino porta a Roma, diventò un vero e proprio ospizio per i pellegrini che affluivano senza fine per sfamarsi e trovare ospitalità per riposare. Amato li accoglieva e li sfamava, e quando le provviste erano terminate sopraggiungeva il miracolo.

Tra i miracoli tramandati dalla tradizione popolare il più famoso è quello delle rape: non c’era più nulla da poter offrire ai numerosi pellegrini, nell’orto c’erano solo delle rape piantate la mattina stessa. La sorella Clara riferì al fratello l’assoluta mancanza di cibo e lui le rispose di andare nell’orto di raccogliere quello che il Signore avrebbe avuto il piacere di dare loro. Clara uscì e se ne tornò con un fardello di rape, di grossezza straordinaria, levate da dove la mattina erano state seminate.

Amato Ronconi era seguito non solo dalla plebe , ma era cercato anche dai nobili, non solo per i prodigi che compiva, ma anche per ricevere consigli o per implorare la sua intercessione.
Egli intraprendeva i lunghi pellegrinaggi per sperimentare i disagi della vera povertà e anche per smorzare l’onda di entusiasmo che lo circondava e che cresceva. Nel corso del suo quinto pellegrinaggio a Compostela un angelo gli ordinò di tornare a casa perché la sua vita si sarebbe conclusa entro breve. Amato fece ritorno immediato in Italia e nel celebre Monastero di San Giuliano in Rimini mise a conoscenza Don Salvo, monaco benedettino, di questa sua rivelazione e lo pregò affinché l’Ospizio di Monte Orciano potesse rimanere per sempre metà di carità.

Il 10 gennaio 1292 fratel Amato del terz’ordine di San Francesco, fece donazione di tutti i suoi beni per uso ed abitazione di monaci dell’ordine di S. Benedetto, compreso l’ospizio e la cappella che egli aveva costruito in onore della Natività di Maria Vergine. Lasciò anche scritto che il suo corpo sarebbe stato seppellito nella cappella dello stesso ospizio.

Muore nel poverissimo letto della sua cella, il giorno 8 maggio 1292. Secondo quanto viene tramandato dalla tradizione più antica la sua salma fu tenuta esposta a lungo alla venerazione dei fedeli. Passarono molti giorni e anziché decomporsi emanava una fragranza di paradiso, rimanendo sempre più rosea e bella. Molti al tocco del suo corpo riacquistavano la salute.

Fu ufficialmente dichiarato Beato da Pio VI (Giovanni Angelo Braschi, 1775-1799) il 17 marzo del 1776 a conclusione di un regolare processo di canonizzazione promosso dal comune di Saludecio nel 1774.

Nel 1997 la parrocchia di San Biagio di Saludecio e la Pia Unione del beato Amato (che dal 1919 ha sostituito l’omonima confraternita) si sono fatti promotori del processo di santificazione del beato; l’istruttoria diocesana si è conclusa nel  maggio del 1999. Amato Ronconi è stato proclamato Santo, a Roma, il 23 novembre 2014 da Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio).

Fonte: vangelodelgiorno.org