Sante Marana e Cira, vergini

Liturgia della Parola

Ger 18,18-20; Sal 30; Mt 20,17-28

La Parola del Signore

è ascoltata

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà ». Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete.
Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato ». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

… è meditata

Il viaggio di Gesù prosegue spedito verso Gerusalemme.
Egli ricorda ai suoi discepoli che il tempo stringe e l’ora “x” in cui tutto si compie è ormai vicina. Ed è in questa scena di transito che si inserisce l’intervento imminente e passeggero di una donna, la madre dei discepoli Giacomo e Filippo. Come tutte le mamme, desidera che i figli abbiano il meglio e chiede a Gesù di garantire loro un posto accanto a lui. La sua richiesta riscontra una risposta con un’altra domanda di Gesù rivolta direttamente agli interessati, che vengono interpellati sulla loro capacità di compiere la volontà di Dio. In Giacomo e Filippo c’è la promessa di rimanere fedeli al progetto di Dio fino alla fine.
La conclusione di Gesù è che non è questione di meriti, Dio vive con l’uomo la relazione della gratuità e non ci sono logiche meritorie che stabiliscano una classifica di posti riservati a chi si riconosce cristiano e per di più discepolo. Questi meccanismi sono diffusi anche nella nostra storia attuale e Gesù ci invita a non affannarci in questi discorsi e di spendere piuttosto le energie nel creare una mentalità del servizio e della gratuità.

…è pregata

Aiutami Gesù a comprendere
che l’adesione al cristianesimo
comporta la gioia e la libertà della gratuità.
Amen.

…mi impegna

Compio azioni gratuite e disinteressate per testimoniare lo stile cristiano.