Beato Giacomo Cusmano, sacerdote

Liturgia della Parola

Is 49,8-15; Sal 144; Gv 5,17-30 

La Parola del Signore

…è ascoltata

In quel tempo, Gesù rispose ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».

…è meditata

Questo discorso di Gesù si trova immediatamente dopo il brano letto ieri sulla guarigione del paralitico in giorno di sabato (è stato eliminato dal lezionario il v. 16 «i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù perché faceva tali cose di sabato»). In questo contesto il discorso di Gesù ai Giudei si presenta come una specie di difesa rispetto all’accusa di violare il Sabato. La ragione del suo comportamento, è espressa in termini teologici: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Come a dire: ho guarito ora, di sabato, perché Il Padre ha deciso di fare questo ora, attraverso me. Il che non fa altro che aggravare ancora di più lo sdegno dei suoi avversari: egli non solo viola il sabato, ma, chiamando Dio “suo padre”, si fa uguale a lui. Dunque è reo di morte per aver bestemmiato.
Minimamente preoccupato della situazione di pericolo che corre, Gesù continua a parlare della sua unione col Padre e dei poteri divini da lui concessigli: operare a nome suo cose grandi, dare la vita a chi vuole perché ha la vita in se stesso, giudicare nel giorno della risurrezione. Ragioni sufficienti per dimostrarsi «Signore del sabato» e della vita dell’uomo.

…è pregata

Padre Santo,
fa’ che io ti adori contemplando il volto del tuo Figlio
e ti ami facendo la sua volontà.
Amen.

…mi impegna

A fare sempre il bene per una risurrezione di vita e non di condanna.