Sant’Emiliano di Lagny, abate

Liturgia della Parola

Os 6,1-6; Sal 50; Lc 18,9-14

La Parola del Signore

…è ascoltata

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: «O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo». Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

…è meditata

Ogni discorso o parabola di Gesù sono indirizzati a categorie diverse. Questa volta i destinatari sono quanti dichiarano di essere a posto rispetto a chi invece non gode di una buona fama. La parabola presenta due personaggi, il fariseo e il pubblicano, che pur avendo uno stesso scopo, hanno un atteggiamento diverso.
Entrambi si recano al tempio per pregare, ma mentre il fariseo si reputa giusto nell’osservare tutto quello che la Legge prevede e giudica quanti la trasgrediscono, il pubblicano si pone in atteggiamento di mea culpa e riconosce il suo limite creaturale.
È una lezione di vita per individuare i limiti personali e non pensare a quelli degli altri. Solo con questo proposito è possibile arginare la mentalità diffusa dei pregiudizi e rendere la società più sensibile al valore del rispetto di ogni persona.

…è pregata

Perdonami Signore
per le colpe commesse
e rendimi strumento di benedizione per gli altri.
Amen.

…mi impegna

Mi alleno a fare silenzio sulle situazioni degli altri e riconosco le mie debolezze.