Il pensiero di Papa Francesco

In un Salmo recitiamo: “Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie” (Sal 97,1). Oggi siamo di fronte ad una delle meraviglie del Signore: Maria! Una creatura umile e debole come noi, scelta per essere Madre di Dio, Madre del suo Creatore.

Dio ci sorprende.  Questa è l’esperienza della Vergine Maria: davanti all’annuncio dell’Angelo, non nasconde la sua meraviglia. È lo stupore di vedere che Dio, per farsi uomo, ha scelto proprio lei, una semplice ragazza di Nazaret, che non vive nei palazzi del potere e della ricchezza, che non ha compiuto imprese straordinarie, ma che è aperta a Dio, sa fidarsi di Lui, anche se non comprende tutto: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). È la sua risposta. Dio ci sorprende sempre, rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti, e ci dice: fidati di me, non avere paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi! Oggi chiediamoci tutti se abbiamo paura di quello che Dio potrebbe chiederci o di quello che ci chiede. Mi lascio sorprendere da Dio, come ha fatto Maria, o mi chiudo nelle mie sicurezze, sicurezze materiali, sicurezze intellettuali, sicurezze ideologiche, sicurezze dei miei progetti? Lascio veramente entrare Dio nella mia vita? Come gli rispondo?

In ascolto di Don Tonino Bello

Maria donna del popolo. Il Signore, Maria, l’ha scoperta nell’intreccio dei vicoli,… tra le fanciulle che, dai pianerottoli colmi di gerani, parlavano d’amore. Nel cortile dove i vicini prolungavano nell’ultimo sbadiglio i racconti della sera, prima che si consumasse l’olio della lampada e risuonasse il tintinnare di chiavistelli e si sprangassero gli usci. L’ha scoperta lì. Non lungo i corsi della capitale, ma in un villaggio di pecorai, sconosciuto nell’Antico Testamento, anzi, additato al pubblico sarcasmo dagli abitanti delle borgate vicine: “Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?”. L’ha scoperta lì, in mezzo alla gente comune, e se l’è fatta sua. Maria non aveva particolari ascendenze dinastiche…, era una donna del popolo… Apparteneva, anzi, all’anima più intima del popolo: agli anawim, alla schiera dei poveri… a quel nucleo residuale, cioè, che teneva vive le speranze dei profeti…: “Farò restare in mezzo a te un popolo umile e povero; confiderà nel nome del Signore il resto d’Israele”. Così aveva profetato Sofonia.