“La salvezza è un dono del Signore”, Lui ci dona “lo spirito della libertà”. Così Papa Francesco oggi nell’omelia alla Messa mattutina a Casa Santa Marta

Il Papa commenta il brano odierno del Vangelo che racconta di Gesù che, invitato a pranzo da un fariseo, si siede a tavola senza prima fare le abluzioni previste dalla legge. E riporta la dura risposta di Gesù alla ‘meraviglia’ di quel fariseo. (Adriana Masotti – Vatican News)

I dottori della Legge si scandalizzano di Gesù
Francesco sottolinea la differenza tra l’amore del popolo per Gesù, perché arrivava ai loro cuori, e anche un po’ per interesse, e l’odio dei dottori della Legge, scribi, Sadducei, Farisei che lo seguivano per coglierlo in fallo. Erano i ‘puri’:

Erano davvero un esempio di formalità. Ma gli mancava vita. Erano – per così dire – “inamidati”. Erano dei rigidi. E Gesù conosceva l’anima loro. Questo ci scandalizza, perché loro si scandalizzavano delle cose che faceva Gesù quando perdonava i peccati, quando guariva il sabato. Si strappavano le vesti: “Oh! Che scandalo! Questo non è di Dio, perché si deve fare questo”. Non gli importava la gente: gli importava la Legge, le prescrizioni, le rubriche.

Voi siete come sepolcri imbiancati
Ma Gesù accetta l’invito a pranzo del fariseo, perché è libero, e va da lui. Al fariseo, scandalizzato per il suo comportamento che oltrepassa le regole, Gesù dice: ‘Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria’”.

Non sono parole belle, eh? Gesù parlava chiaro, non era ipocrita. Parlava chiaro. E gli dice: “Ma perché guardate l’esterno? Guarda dentro che cos’è”. Un’altra volta gli aveva detto: “Voi siete sepolcri imbiancati”. Bel complimento, eh? Belli per [da] fuori, tutti perfetti…tutti perfetti… Ma dentro pieni di putredine, quindi di avidità, cattiveria, dice. Gesù distingue le apparenze dalla realtà interna. Questi signori sono i “dottori delle apparenze”: sempre perfetti, ma dentro cosa c’è?

Agli ipocriti interessa solo l’apparenza
Francesco ricorda altri passi del Vangelo in cui Gesù condanna questa gente, come la parabola del buon samaritano o dove si dice del loro modo ostentato di digiunare e di fare elemosina. Perché , afferma il Papa, a loro “interessava l’apparenza”. “Gesù qualifica questa gente con una parola: ‘ipocrita’”. Gente con un’anima avida, capace di uccidere. “E capace di pagare per uccidere o calunniare, come oggi si fa. Anche oggi si fa così: si paga per dare notizie brutte, notizie che sporchino gli altri”.

Dietro la rigidità ci sono dei gravi problemi
In una parola, continua Francesco, farisei e dottori della Legge erano persone rigide, non disposte a cambiare. “Ma sempre, sotto o dentro una rigidità, – dice ancora il Papa – ci sono dei problemi. Gravi problemi. (…) Dietro le apparenze di buon cristiano, apparenze intendiamoci, che sempre cerca di apparire, di truccarsi l’anima, ci sono dei problemi. Lì non c’è Gesù. Lì c’è lo spirito del mondo”.

E io apro il mio cuore?
E Gesù li chiama ‘stolti’ e consiglia loro di aprire la loro anima all’amore per far entrare la grazia. Perché la salvezza “è un dono gratuito di Dio. Nessuno salva se stesso, nessuno. Nessuno salva se stesso neppure con le pratiche di questa gente”. Infine un avvertimento:

State attenti voi davanti ai rigidi. State attenti davanti ai cristiani – siano laici, preti, vescovi – che si presentano così “perfetti”, rigidi. State attenti. Non c’è lo Spirito di Dio lì. Manca lo spirito della libertà. E stiamo attenti con noi stessi, perché questo ci deve portare a pensare nella nostra vita. Io cerco di guardare le apparenze soltanto? E non cambio il mio cuore? Non apro il mio cuore alla preghiera, alla libertà della preghiera, alla libertà dell’elemosina, alla libertà delle opere di misericordia?

fonte: Avvenire