Beata Maria Vergine di Guadalupe

Liturgia della Parola

Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30

La Parola del Signore

…è ascoltata

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

…è meditata

C’è una condizione che nel Vangelo Gesù indica a tutti coloro che, accostandoLo, ne venivano affascinati: ad Andrea e Giovanni come al giovane ricco, ai discepoli come a Zaccheo, non è stato infatti proposto un impegno etico o uno sforzo morale al fine di diventare più buoni, ma è stato loro chiesto di seguirLo. “Venite a me (…) ed imparate da me”: l’invito non è tanto a seguire le Sue parole quanto a condividere la Sua vita, ad imparare direttamente da Lui, a farGlisi compagno fino alla misteriosa condivisione del “Suo giogo”. Nelle nostre orecchie risuona ancora e sempre quel “vieni e vedi” da cui sarebbe nata la Chiesa, perché anche noi come Andrea e Giovanni, o come Filippo al quale recentemente il Papa ha fatto riferimento, siamo chiamati non tanto ad imparare lo stile del suo comportamento, ma soprattutto chi davvero Lui fosse: “Come potremmo conoscerlo a fondo restando lontani? L’intimità, la familiarità, la consuetudine ci fanno scoprire la vera identità di Gesù Cristo” (Benedetto XVI). Questa familiarità con Cristo, e quindi per noi oggi con il suo popolo, sacramento della sua presenza nel mondo, ci rende lieti e certi, e ci fa scoprire come Lui sia l’unico vero ristoro, l’unico compimento per la nostra vita.

…è pregata

Fa’, o Signore, che le nostre orecchie ed i nostri cuori
siano sempre aperti al tuo invito a seguirTi, disposti
a portare il tuo giogo per imparare da Te lo sguardo
con cui affrontare tutte le circostanze della vita.
Amen.

…mi impegna

Imparando da Lui ad essere miti ed umili di cuore, cerchiamo quest’oggi di ricordare a chi ci sta accanto nel lavoro, nella famiglia, nel sociale che “il suo giogo è dolce ed il suo carico leggero” rendendoci disponibili a condividere con esso le fatiche quotidiane.