Liturgia della Parola
Is 1,10.16-20; Sal 49; Mt 23,1-12
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno «padre» sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare «maestri», perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato».
…è meditata
Coloro che studiano i vangeli ci dicono che Matteo è colui che è più attento alla religione ebraica, da cui proviene. In effetti in brani come quello di oggi, non troviamo la stessa durezza degli altri evangelisti. Matteo ammira i farisei e chiede al discepolo di osservare le loro parole, annotando però con dolore che le loro azioni non corrispondono a quanto essi proclamano. Brutta bestia l’incoerenza, soprattutto fra credenti! Troppe volte anche noi siamo vittime dello stesso clamoroso sbaglio: non viviamo ciò che proclamiamo. Crediamo nel Dio in mezzo a noi, in colui che è il vivente, e ci comportiamo come uomini e donne senza speranza, senza futuro, senza compassione. E stiamo attenti a non cadere nel rischio sempre presente fra gli uomini di religione, del mettere l’apparenza prima della sostanza. Abbiamo una grande storia alle nostre spalle, questo è vero, ma non dobbiamo mai confondere l’essenziale del Vangelo con le consuetudini e le abitudini che provengono dalle tradizioni umane. Uno solo è il nostro maestro e noi siamo tutti fratelli, anche e soprattutto chi ha maggiori responsabilità. [Paolo Curtaz]
…è pregata
Custodisci, o Padre, la tua Chiesa con la tua continua benevolenza, e poiché, a causa della debolezza umana, non può sostenersi senza di te, il tuo aiuto la liberi sempre da ogni pericolo e la guidi alla salvezza eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
…mi impegna
Oggi eviterò ogni possibile espressione di vanità.
