Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
Gv 10, 14

Come vivere questa Parola?

La quarta domenica dopo Pasqua è da tempo dedicata alla preghiera per le vocazioni. Come sempre, si intendono le vocazioni di speciale consacrazione, preti e consacrati; ma il messaggio di papa Francesco dà alla giornata e alla preghiera una dimensione universale. Si mette dalla parte del Pastore, quello buono e bello, ?????, del Vangelo di oggi, che conosce tutte le pecore ed è da loro riconosciuto. È solo all’interno di questo speciale rapporto, di questa relazione con Cristo che ha senso parlare di vocazione. Riconoscere ed essere riconosciuti da Dio, dal Padre, dal Figlio è il senso della vocazione: una chiamata reciproca, accolta, corrisposta. In questa relazione si crea uno spazio che viene abitato dallo Spirito e la persona che vi partecipa, esprime questa esperienza anche negli altri spazi, negli altri luoghi dove vive e lavora. Anzi, sente che quell’esperienza la invia, la manda ad abitare quei luoghi, perché anche lì sia possibile ad altri riconoscere Dio. Un gioco di relazioni vive che vivificano e generano senso, ma anche speranza, vita, gioia. Nell’amore.

Così si capisce anche perché la missionarietà non sia semplice filantropia. Non dipende da noi, dalla nostra volontà di andare e salvare chi è più sfortunato di noi. Nasce da un invio che è messo in moto da un eccesso di amore. Non è riservata a pochi eletti, ma è il movimento impresso ad ogni vita cristiana: quella di chi è sposato, consacrato, single senza particolari appartenenze, quella di tutti.

Signore, che oggi sia la festa della vocazione di tutti. Sia il giorno in cui la preghiera si innalza a te perché ciascuno scopra in sé questa vocazione: essere in te, abitati da te, mandati da te, perché la vita sia abbondante per tutti!

La voce di Papa Francesco

L’impegno missionario, perciò, non è qualcosa che si va ad aggiungere alla vita cristiana, come fosse un ornamento, ma, al contrario, è situato nel cuore della fede stessa: la relazione con il Signore implica l’essere mandati nel mondo come profeti della sua parola e testimoni del suo amore.

Fioretto
Offrire almeno un sacrificio per la conversione dei traviati. 

Lode a Maria del Monte Berico

O Vergine, Madre mia,
ho l’anima ferita dalla tentazione e dallo scoraggiamento,
screpolata dal dolore e dalle aridità,
torturata dall’ansia della perfezione e dell’apostolato.
Mi sento tanto fragile e cosi’ debole,
che ricorro alla tua materna pietà
e da Te imploro la forza per risollevarmi nella fiducia e nella magnanimità.
Prega per me, adesso, affinché espiando le mie colpe,
serva bene il Signore, con libertà di spirito. 
Amen. Ave Maria!