La Parola

In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».
E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l’udirono».
Lc 10,21-24

Commento al Vangelo

Esulta di gioia, il Maestro, il Figlio si stupisce del Padre e della sua logica. Gesù si aspettava un riconoscimento da parte dei devoti di Israele, degli scribi, dei sacerdoti e, invece, a riconoscerlo sono i poveri, gli illetterati, i semplici. Davanti a questo evidente fallimento il Signore, invece di lamentarsi, esulta nello Spirito: Dio si rivela anzitutto a chi non ha un cuore ambiguo o complicato, a chi non gioca a fare l’intellettuale e il devoto, a chi ancora sa mendicare le risposte che non trova dentro di sé. Beati noi che ancora sappiamo riconoscere la presenza di Dio! Beati noi che davanti ai cambiamenti dolorosi e radicali cui stiamo assistendo, invece di rimpiangere il passato guardiamo verso il futuro e alle cose nuove che il Signore sta creando intorno a noi! Beati noi che ancora sappiamo aspettare la nascita perenne di Dio in noi!