La Parola

Li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!».
Lc 7,19-23

Il commento al Vangelo

Sei tu, o dobbiamo aspettare qualcun altro? Sei tu che puoi salvarci e liberaci o dobbiamo ancora attendere? E chi e cosa attendiamo? Se non hai potuto salvarci tu, Signore, chi altri potrà mai salvare l’uomo dalla sua tenebra, dalla sua ombra? Sei venuto a salvarci, lo crediamo, eppure, dopo duemila anni, il male sembra prevalere, l’odio, ancora e ancora, sembra dominare. Sei davvero tu o ci siamo illusi?
Ci siamo sbagliati?
Sei solo il frutto delle nostre più infantili fantasie, dei nostri desideri nascosti, della nostra insormontabile tenerezza? Sì, possiamo porci queste domande senza apparire increduli o blasfemi. Sono le stesse domande che si è posto il più grande fra nati da donna, Giovanni il battezzatore. E Gesù risponde al Battista e a noi: guarda.
Sì, guardiamo.
Vediamo l’opera del Signore che ancora opera, guarisce, incoraggia, converte.
Guarda.
Vedrai l’agire del Maestro in te e attorno a te, oggi.
Ma guarda.
Col cuore.