Il Crocifisso di San Damiano dai tipici tratti bizantini, è un dipinto del secolo XII, di un anonimo pittore umbro. Era nella dirupa chiesa di San Damiano, quando nell’autunno del 1205, Francesco già raggiunto dalla grazia entrato nell’oratorio “[…prese a fare orazione fervidamente davanti all’immagine del Crocifisso, che gli parlò con toccante bontà ]«Francesco non vedi che la mia casa sta crollando? Và dunque e restauramela». Tremante e stupefatto, il giovane rispose : «lo farò volentieri Signore». Egli aveva però frainteso, pensava si trattasse di quella chiesa che, per la sua antichità, minacciava prossima rovina. Per quelle parole del Cristo egli si fece immensamente lieto e raggiante; sentì nell’anima che era stato veramente il crocifisso a rivolgergli il messaggio” (leggenta dei tre compagni, cap. V, 1411). Quando nel 1257, le Clarisse lasciarono San Damiano per raggiungere la Chiesa di San Giorgio, presero con loro il Crocifisso. Nella settimana santa del 1957 il Crocifisso venne mostrato al pubblico per la prima volta sopra il nuovo altare nella cappella di San Giorgio nella Basilica di Santa Chiara d’Assisi. La tela è incollata su una lista di legno di noce alta 190 cm, larga 120 cm e spessa 12 cm.
La figura centrale dell’icona è senz’altro Cristo, ma non un Cristo sofferente con gli occhi chiusi, bensì un Cristo con lo sguardo vivo e l’espressione dolce e calma. Non sorprende quindi che San Francesco sia stato attirato da questo crocifisso e che dinanzi ad esso abbia recitato una delle sue più belle preghiere:

“Altissimo glorioso Dio,
illumina le tenebre de lo core mio,
et dame fede dricta,
speranza certa e carità perfecta,
senno e cognoscemento,
Signore,
che faccia lo tuo santo e verace  comandamento. Amen”

 il Crocifisso che parlò a San FRancesco

 Marcello Agostinelli