Padre Isaia ColumbroÈ stato consegnato all’Arcivescovo di Benevento, monsignor Andrea Mugione, il ‘Supplex Libellus’, libello postulatorio per l’avvio della causa di canonizzazione di padre Isaia Columbro da Foglianise.

Il Processo è stato affidato al postulatore generale dell’Ordine dei Frati Minori di Roma fr. Giovangiuseppe Califano, il quale, per lo svolgimento della Causa nella Curia ecclesiastica diocesana di Benevento, ha nominato su richiesta del ministro provinciale Fr. Sabino Iannuzzi come vice postulatore Fr. Domenico Tirone della Provincia di S. Maria delle Grazie. “Il Ministro provinciale – ci spiega fr. Tirone – aveva già fatto lavorare nel corso degli anni 2011-2012 una commissione per l’inventario dei beni, degli scritti e di tutto quanto concerneva la vita e l’opera di P. Isaia. Inoltre aveva inviato alla Postulazione generale dell’ordine dei Frati minori detto Inventario, una breve biografia e un elenco di testimoni qualificati e la richiesta per l’inizio del Processo”. Investito dalla questione, quindi, il metropolita beneventano dovrà ora chiedere ai presuli che compongono la Conferenza Episcopale campana il parere sull’opportunità per aprire la Causa. Per farlo potrà inviare ai vescovi un breve profilo biografico del Servo di Dio e una cronologia; oppure biografie a stampa che fornirà il vice-postulatore. “Il parere favorevole – fa notare il Ministro Provinciale – deve risultare per iscritto da un documento redatto dal Segretario della Conferenza in occasione di un’assemblea dei Vescovi. Non si tratta quindi di pareri rilasciati dai singoli vescovi, ma di un parere congiunto”. Ottenuto il parere, il vescovo chiede a norma dell’art. 45 – § 1 della Istruzione Sanctorum Mater, al Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi se, da parte della Santa Sede, nulla osti alla causa. Contestualmente la postulazione consegna al vescovo gli scritti inediti. Questi deve nominare, con decreti distinti, almeno due Censori teologi per l’esame degli scritti. Dopo aver ottenuto il ‘Nulla Osta’ il vescovo promulga l’Editto e avvierà la Causa nominando una commissione storica e componendo un tribunale per l’ascolto dei testimoni. Si avranno quindi tre sessioni dei lavori del Tribunale: prima sessione pubblica; seconda sessione per la consegna della ‘Relazione della Commissione storica’ e dei documenti allegati e nella quale il promotore di giustizia formula gli interrogatori sulla base dei dati certi e delle tematiche emergenti; terza sessione inizio delle disposizioni dei testi. Ed infine ci sarà la conclusione del Processo diocesano. Come è ormai tradizione, al cadere del 10 febbraio, nella Basilica della SS. Annunziata e di Sant’Antonio della Valle Vitulanese, in occasione del 105° anniversario della nascita di P. Isaia Columbro, il Ministro pro- vinciale dei Frati Minori, ufficializzerà l’inizio del Processo canonico per la beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio P. Isaia da Foglianise. Proprio nel luogo che ha fatto da sfondo alle molteplici vicende della vita del frate originario di Foglianise che in vita fu posto come esempio di vita anche da Padre Pio da Pietrelcina. “La celebrazione – chiosa infine padre Domenico Tirone – prevede la visita alla tomba nel cimitero di Vitulano, la concelebrazione e la processione con i flambeaux alla grotta della Madonna di Lourdes nel giardino del convento”.

Cenni Biografici
Fr. Isaia nasce a Foglianise (Bn) l’11 febbraio 1908 da Cosimo Columbro e M. Antonia Tedesco, al battesimo, il 16 febbraio, gli viene imposto il nome di Nicola Antonio Maria. Vive i primi anni nella contrada Leschito, poi si trasferisce nella contrada Acquara, dove aiuta i genitori portando al pascolo le pecore. A 11 anni accompagnato da Mons. Gioacchino Pedicini, parroco di Foglianise entra nel collegio serafico del palazzo Arco di Vitulano, poi a Paduli nel convento francescano dove compie gli studi ginnasiali. Il 1 novembre 1924 veste l’abito di S. Francesco a Vitulano, professa l’anno successivo, andando per gli studi filosofici a Montecalvo Irpino, poi a Fiesole. Nel 1929 professa solennemente la Regola di S. Francesco, completa gli studi teologici nel Pontificio Ateneo S. Tommaso d’Aquino di Benevento e diventa sacerdote nel 1931 il 25 luglio. Dopo il sacerdozio vive in due soli conventi: in quello di Vitulano dal 1933 al 1953 e dal 1968 alla morte e in quello della Madonna delle Grazie di Benevento dal 1953 al 1968. Nei conventi di Vitulano e Benevento svolge gli uffici di guardiano, vice maestro dei novizi, maestro dei fratelli non sacerdoti, maestro dei novizi, maestro dei chierici, tenutario, discreto, amministratore parrocchiale e parroco, poi confessore in molti Istituti di suore oltre che dei confratelli, dei sacerdoti diocesani e di tanti fedeli. E’ il frate del- l’accoglienza. Già da giovane frate in Benevento accoglie nella Basilica della Madonna delle Grazie molte persone che si rivolgono a lui per consiglio e per la confessione. Lo stesso farà a Vitulano e non vi è giorno che alla porta del convento non bussano deci- ne di persone. Vengono anche da lontano oltre la regione Campania. Diventa punto di riferimento spirituale per tanti fedeli. Tutti lo ritengono un sacerdote zelante, un padre spirituale attento, un confessore paterno e un apostolo instancabile. Ha una predilezione particolare per gli ammalati. Da giovane li visita negli ospedali cittadini, poi ne conosce molti e non fa mancare loro l’assistenza spirituale anche nelle famiglie. Alla porta del convento di Vitulano bussano tanti poveri. Prende anche dalla dispensa del convento per aiutare i poveri ed i frati a volte lo riprendono, risponde con sorriso dicendo che la Provvidenza non manca mai. E’ stato l’apostolo delle campagne beneventane. Da giovane sacerdote con il fedele Fra Agostino con una moto vespa raggiungeva tutte le campagne beneventane, dove si fermava per il catechismo ai piccoli e la catechesi e la messa ai grandi. Durante la guerra a piedi attraversava la montagna di Vitulano per portarsi nella contrada S. Stefano, a circa 15 Km dal convento, per assistere quei fedeli religiosamente abbandonati. Nell’apostolato P. Isaia precorre i tempi. Fin dagli anni cinquanta nella catechesi utilizza le filmine, poi il registratore ed infine il proiettore. Ama ascoltare i canti religiosi popolari e ne fa una raccolta nelle chiese della Valle Vitulanese con il suo registratore. E’ un assiduo lettore dell’Osservatore Romano e delle riviste di formazione teologica e pastorale. Ha un suo metodo per istruirsi. Quando su una rivista trova un articolo che ritiene interessante per la predicazione lo trascrive su un quaderno, lo intitola e ne indica la provenienza. Si conservano molti suoi quaderni con articoli, con omelie, con appunti storici o con racconti di visioni. Questo materiale è stato inventariato ma deve essere tutto studiato e vagliato. P. Isaia ha un amore speciale per l’Eucarestia con la celebrazione devota della s. messa ma specialmente con l’adorazione eucaristica specialmente di notte. Come gesto di affetto pone sull’altare dei fiori, lava i santi lini con devozione, colloquia in continuazione con Gesù presente nel tabernacolo. P. Isaia vive sempre in unione con Dio e la sua preghiera è continua. P. Isaia, ricco di anni, si addormenta serenamente nel Signore la sera del 13 luglio 2004 mentre prega nella sua cella. Aveva preannunciato la sua morte a diversi fedeli e si era preparato al passaggio dalla terra al cielo. Ai suoi funerali partecipano migliaia di fedeli provenienti da ogni parte. Ognuno rac- conta il bene ricevuto. Molti lo invocano come santo. Tutti lo riconoscono essere stato un Servo di Dio.