Una catechesi tutta centrata sul perdono quella di papa Francesco. Piazza San Pietro è piena di fedeli. Tra gli altri anche un gruppo di fedeli provenienti dalle zone terremotate con il vescovo Giovanni D’Ercole.

Il Papa saluta con il consueto «buongiorno!». E poi parla subito del perdono: «Le parole che Gesù pronuncia durante la sua Passione trovano il loro culmine nel perdono», dic e il Papa. «Gesù perdona: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”», racconta Luca nel suo Vangelo. E il Papa spiega il perdono offerto da Gesù al buon ladrone. «San Luca racconta di due malfattori crocifissi con Gesù, i quali si rivolgono a Lui con atteggiamenti opposti. Il primo lo insulta, come fanno i capi del popolo, ma spinto dalla disperazione: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”. Questo grido testimonia l’angoscia dell’uomo di fronte al mistero della morte e la tragica consapevolezza che solo Dio può essere la risposta liberatrice: perciò è impensabile che il Messia, l’inviato di Dio, possa stare sulla croce senza far nulla per salvarsi. E invece Gesù ci ha salvati rimanendo sulla croce». Il Papa insiste su questo rimanere sulla croce, anche noi «rimanere sulla croce, sulle nostre piccole croci di ogni giorno. Gesù è rimasto sulla croce e lì ci ha salvato, lì ci ha mostrato la sua onnipotenza e lì ci ha perdonati. Lì si compie la sua donazione d’amore e scaturisce per sempre la nostra salvezza», dice.
E la salvezza è per tutti. Lo ripete più volte il Papa: «La salvezza è per tutti: per buoni e cattivi, la Chiesa non è soltanto per i buoni o per quelli che sembrano buoni o si sentono buoni, la Chiesa è per tutti, specialmente per i cattivi, perché è tempo di misericordia».
«Nessuno è escluso dal suo perdono», insiste il Papa, perché «m
orendo in croce, innocente tra due criminali, Egli attesta che la salvezza di Dio può raggiungere qualunque uomo in qualunque condizione, anche la più negativa e dolorosa. Per questo il Giubileo è tempo di grazia e di misericordia per tutti, buoni e cattivi, quelli che sono in salute e quelli che soffrono. Nulla ci può separare dall’amore di Cristo! A chi è inchiodato su un letto di ospedale, a chi vive chiuso in una prigione, a quanti sono intrappolati dalle guerre, dico: guardate il Crocifisso; Dio è con voi, rimane con voi sulla croce e a tutti si offre come Salvatore. Lasciate che la forza del Vangelo penetri nel vostro cuore e vi consoli, vi dia speranza e l’intima certezza che nessuno è escluso dal suo perdono».
Ma dobbiamo imparare a chiedere perdono, ad avere timore, non paura di Dio, come ha fatto il«cosiddetto “buon ladrone”. Le sue parole sono un meraviglioso modello di pentimento, una catechesi concentrata per imparare a chiedere perdono a Gesù. Prima, egli si rivolge al suo compagno: “Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena?”».
Questo è il punto di «partenza del pentimento: il timore di Dio. Non la paura di Dio, ma quel rispetto che si deve a Dio perché è Dio. Il buon ladrone richiama l’atteggiamento fondamentale che apre alla fiducia in Dio: la consapevolezza della sua onnipotenza e della sua infinita bontà».
E così «ruba il cielo», dice il Papa. Perché «dichiara l’innocenza di Gesù e confessa apertamente la propria colpa: “Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male”». Un condannato a morte diventa modello per noi. Lo dice due volte papa Francesco sottolineando che «Gesù è lì sulla croce per stare con i colpevoli: attraverso questa vicinanza, Egli offre loro la salvezza. Ciò che è scandalo per i capi e per il primo ladrone, per questo invece è fondamento della sua fede. E così il buon ladrone diventa testimone della Grazia; l’impensabile è accaduto: Dio mi ha amato a tal punto che è morto sulla croce per me».

Il buon ladrone, sottolinea ancora il Papa, chiama Gesù per nome, «con confidenza, e così confessa ciò che quel nome indica: “il Signore salva”». Il Papa fa ripetere alla piazza per tre volte il nome di Gesù, come ha fatto il buon ladrone, modello di ogni cristiano.

fonte: Famiglia Cristiana