San Giovanni Battista de la Salle, sacerdote

Liturgia della Parola

 At 4,13-21; Sal 117; Mc 16,9-15

La Parola del Signore

…è ascoltata

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

…è meditata

Questa pagina del vangelo di Marco è un sintesi essenziale delle apparizioni del Risorto. Nella prima apparizione la protagonista è Maria Di Magdala, una donna, una peccatrice pubblica, da cui Gesù “aveva scacciato sette demoni”, la quale corre a dare la notizia ai compagni desolati e in pianto, ma non viene creduta. La donna nella mentalità ebraica non era presa in considerazione, figuriamoci per un annuncio così sconvolgente: “Ho visto il Signore!” Nella seconda si fa probabilmente riferimento ai discepoli di Emmaus, che tornano dai compagni a riferire del loro incontro con Gesù, ma no hanno più fortuna delle donne, infatti non vengono creduti. Per questo, Gesù appare agli undici discepoli e li riprende, perché non hanno creduto alle persone che lo avevano visto risorto. Di nuovo, Marco si riferisce alla resistenza dei discepoli nel credere nella testimonianza di coloro che hanno sperimentato la risurrezione di Gesù. Alla loro “incredulità e durezza di cuore” fa eco il rimprovero di Gesù.
Non meravigliamoci però: dopo duemila anni, la reazione a questo annuncio è la stessa. L’incredulità continua ad essere un’insidia, una sfida e una lotta per il cristiano. E così deve essere, perché la combinazione travagliata di fede e dubbio è la riprova che per noi la risurrezione di Gesù non è un dato teorico, acquisito in astratto una volta per tutte, ma un’esperienza viva che ci sorprende e sgomenta continuamente. Su questo terreno scosceso il Risorto interloquisce infatti con la nostra libertà, certo senza risparmiarci il rimprovero.
E lo fa prospettandoci una missione: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo”. Come a dire: la tua fede matura e si rafforza donandola.

…è pregata

Signore, anch’io faccio fatica a pensarti Risorto e operante
nella mia vita con la Tua Grazia. E anche se mi
ripeto quelle tue parole, per me tra le più belle che Tu
hai detto: “Io sono con voi tutti i giorni”, di fatto dimentico
questa tua rassicurante promessa. Sciogli Tu
le mie resistenze, io voglio credere in Te Risorto per
darmi la gioia piena della vita!
Amen

…mi impegna

La Fede è un dono, ma anche una risposta libera all’Amore di Dio, una conquista quotidiana, che interpella la mia libertà in ogni scelta. La Salvezza sì che è un dono, che si può accogliere o rifiutare. Ripeterò spesso questo mio atto di fede: “Gesù, credo in Te Risorto e Ti accolgo nella mia vita”.