Liturgia della Parola

Dt 4,1.5-9; Sal 147; Mt 5,17-19

La Parola del Signore

…è ascoltata

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

…è meditata

“Chi osserverà e insegnerà i precetti sarà considerato grande nel regno dei cieli”. Nello stesso discorso della montagna, a cui appartengono i nostri tre versetti, Gesù è presentato come un nuovo Mosé. Per questo è detto che egli salì sulla montagna, si mise a sedere (quasi sopra una cattedra) e ammaestrava i discepoli (Mt 5,1-2). Nello stesso discorso, subito dopo i nostri tre versetti, sono presentate sei antitesi tra importanti precetti contenuti nella legge mosaica e nuovi comandamenti enunciati da Gesù per i suoi discepoli. L’antitesi tra gli uni e gli altri è espressa con assoluta chiarezza, con queste parole: avete inteso che fu detto…, ma io vi dico… (Mt 5,21-48). Da tutti questi elementi non era difficile concludere che Gesù era uno che predicava la abolizione della legge mosaica. Il nostro brano contiene una netta risposta a quegli Ebrei che qualificavano per l’appunto come abolitori della legge i giudeo-cristiani della comunità nella quale fu scritto il vangelo di Matteo. I nostri tre versetti respingono globalmente quell’accusa, anzi rifiutano addirittura il vezzo di coloro che si attardavano a distinguere i precetti piccoli o minimi, che era quindi possibile trascurare senza inconvenienti, e i precetti maggiori; dichiarando quindi che i precetti della legge mosaica meritano tutti uguale rispetto. Si elimina l’apparente contraddizione, tra i nostri versetti e quanto abbiamo notato sopra, solo comprendendo che Gesù ha riscoperto la radice profonda di tutta la legge mosaica, unificandone tutti i precetti nel doppio comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Questo è certamente più bello e più utile che disquisire farisaicamente sul numero o sulla maggiore o minore importanza dei singoli comandamenti di Dio.

…è pregata

Signore Dio nostro, fa’ che i tuoi fedeli, formati nell’impegno delle buone opere e nell’ascolto della tua parola, ti servano con generosa dedizione liberi da ogni egoismo, e nella comune preghiera a te, nostro Padre, si riconoscano fratelli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

…mi impegna

Oggi, guardando alla mia vita, mi chiedo: nel regno dei cieli sarei considerato “minimo” o “grande”?