San Francesco Saverio, sacerdote e missionario
Liturgia della Parola
Is 2,1-5; Sal 121; Mt 8,5-11
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente ». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
…è meditata
Noi cristiani spesso, abbiamo la tendenza e soprattutto il bisogno, di cercare “segni” straordinari che ci permettano, per così dire, di affermare che Dio esiste e che è tutto vero. Pensiamo ai tanti miracoli che attirano folle intere, pellegrinaggi che, molte volte, si trasformano in vere e proprie esperienze di conversione.
Al nostro centurione bastava una sola parola detta da Gesù per essere sicuro della guarigione del proprio servo; già nella consapevolezza del suo “non sentirsi degno” di accoglierLo a casa sua, possiamo e dobbiamo leggere quanto grande era la sua fede. Egli infatti, aveva intuito perfettamente chi era Colui a cui si era rivolto, a tal punto da fidarsi che con una Sua semplice parola, il miracolo si sarebbe compiuto. Oggi tocca a noi essere “centurioni” e fidarci continuamente della Sua parola, chiedendoGli con ardore di venirci a guarire, pur coscienti di non esserne degni.
…è pregata
Signore Gesù,
Ti chiediamo il dono della fede per diventar,
così, degni tuoi seguaci. Amen.
…mi impegna
Ascolto più spesso la Parola di Dio, facendo seguire dei gesti concreti.